2007-07-06

Diavolo!

Sottotitolo: Perché noi, se non ci complichiamo la vita, non siamo contenti... per far contenti gli altri(?)

Avevamo lasciato i nostri eroi (Eroi? Qualcuno ha visto degli eroi?) appena dopo la sconfitta del chierico di Tiamat. L'intero locale permane ancora sotto il silenzio lanciato dal nemico ormai trapassato... per il resto notiamo mensole, colonnine, piccole bacheche (vuote ovviamente!); ci sono degli arazzi alle pareti... ah, sì, c'è anche una colonna cava con le pareti di cristallo e sezione quadrata dove scorgiamo imprigionato un umanoide (o un nano alto? O un umano-ma-con-coda-e-cornini?) con le mani incatenate e con al collo la catenina con Tiamat (forse una specie di "sedativo" contro la sua buona fede?). Cerchiamo di abbatere la teca in molti modi, ma senza successo; Barin lancia Individuazione-del-magico per individuare la scuola (alla terza a destra trova làistituto tecnico - ehm, no, scherzavo) ma se il suo "29" ha sortito un qualche effetto lo storico lo ignora ("so di non sapere, e anche di questo non sono del tutto sicuro..."); infine decidiamo di provare con la mazza (ma di chi era? Del chierico?) e solo quando lasciamo provare E Mer le pareti di cristallo vanno in frantumi (qualcuno ha capito il perché della cosa? Forse serviva un incantatore potente?). Ora insorge il problema delle catene (mai che incontriamo prigionieri legati con sottili nastri di raso, fili d'erba, zucchero filato o comunque qualcosa di fragile e morbido... sempre catene animate e pure irascibili!). Ne segue di un breve scambio di cortesia dove ci duole ammettere che la catena non subisce danni e noi sì quindi essa ci ingiunge di fermarci minacciandoci di uccidere il prigioniero. Alla fine ci propone uno scambio (fine prima parte)

il seguente paragrafo non mi torna nella cronologia:
Indecisi su cosa fare con i coboldi (non possiamo lasciarli lì ma anche l'ipotesi di assecondare le loro paure è ripugnante1) mi pare che finiamo per indebolire le sbarre di qualcuna delle loro gabbie, lasciandogli a disposizione alcune armi (di scarso valore, che avevamo raccolto al solo scopo di rivenderle per non più di una manciata di monete di rame) perchè possano liberarsi da soli, ma non prima di averci dato il tempo di scappare in tutta tranquillità...

forse va inserito più sotto (vedi *)?

e riguardo ad altre note del tipo "Azair prende la placca" "bruciamo gli arazzi"?

E ora, la conclusione.

Azair solleva uno dei teli: sotto, mucchi d'ossa. Nella fattispecie una cassa toracica infilata in un'armatura di cuoio borchiato, lucida e splendente. Ed evidentemente inutile, ahimé, dal momento che chi la possedeva è morto.

La catena crolla rumorosamente al suolo mentre al centro del pentacolo appare un umanoide vestito con molta cura: finalmente vediamo il Gradito Ospite! Sarebbe un uomo non fosse per una vagamente disgustosa coda biforcuta, un paio di cornini (ma li ha anche il nostro MMD, per cui non ci mostriamo impressionati più di tanto) e due occhi rossi e scintillanti (ma è rosso anche il nostro Azair, per cui non etc. etc.). Porta un pugnale alla cintura. La cintura ringrazia e si allontana con fare assassino.

Si volge verso ciascuno di noi, poi si inchina. «Erano 30 anni che stavo qui e voi mi avete liberato. Se mai vi servisse qualcosa, chiamatemi pure: Maledictus Verme, Procuratore d'anime». La parte bella è che i buoni non fanno una piega. In aggiunta, il Gradito Ospite ci racconta che i Tizi del Tempio di Tiamat (i famigerati TTT) stanno tentando un esperimento con il corpo del dio morto, catturano i viaggiatori astrali grazie a delle mappe molto precise appartenenti ai draghi e stanno per preparare una nuova incursione nei mondi del Primo Piano Materiale.

Dram, cervello del gruppo, chiede se egli conosca la vera storia del Codice di Ferro, importantissimo oggetto centrale nella trama (non la Trama, ma la trama) che abbiamo bellamente dimenticato. Maledictus, Gradito Ospite, risponde di conoscerne la leggenda, la quale parla della stupidità di qualcuno, e aggiunge: «Dovrebbe essere stato scritto da uno di noi». Del medaglione, invece, non sa alcunché.

Mentre l'allegra discussione foriera di infauste notizie procede, il solerte Azair si dà al saccheggio delle altre vittime poste sotto i teli, trovando cose prontamente segnate nel "tesoro comune", al quale rimando. Compiuta la raccolta, si intrattiene parlando per un po' di lavoro con il Verme. Questi aggiunge alle informazioni già dateci il fatto che conosce Furkas, il quale controlla una delle più grandi biblioteche della Ruota. Pare che il Codice di Ferro sia stato trafugato da quella biblioteca, ma di ciò - inspiegabilmente - Furkas non ama parlare, né ama che se ne parli. Sottolineando che l'attacco al Primo Piano Materiale dovrebbe avvenire a breve, se ne va in gran fretta.

Per noi, adesso, è ora di ripartire!

Ci dividiamo i compiti: mentre Azair risale per aprire le tre casse che aveva lasciato indietro e sul contenuto delle quali va fantasticando da parecchio, gli altri si occupano del drago d'argento, che è ancora dove stava ma non più trattenuto dalle catene. MMD lo prende e nota che è bisognoso di mooooooooolte cure, per cui decidiamo di portarlo all'angelo. Ci prepariamo a ripartire quando un grido che nulla ha d'umano squarcia il silenzio: «NOOOOOOOOO!». Sbigottiti, ci guardiamo in faccia l'un l'altro. Poi, un lampo di comprensione: «Le casse erano vuote».

Recuperato l'abbattuto Assassino («Vestiti e ciarpame, vestiti e ciarpame» miagola flebile), schizziamo verso l'angelo dal nome impronunciabile, Galbani. Giunti, egli ci fa segno di seguirlo sotto, come l'altra volta.

«Può fare qualcosa per lui, signor Montagné?» (un Chupa-Chups per chi coglie la citazione - sigmud non può partecipare per ovvi motivi). «Girrestian, mi chiamo Girrestian!». L'angelo prova a curarlo una volta, ma fallisce. Riprova, fallisce di nuovo: il poveretto pare essere stato quasi distrutto nel fisico. «Non può proprio niente, signor Sgnàpp?». No, non può, ma in compenso toglie la maledizione che aveva privato Stedd di parte della sua saggezza; lo guarda, gli impone le mani e pronuncia le parole liberatrici: «Che ciò che ti affligge sparisca!». Non vedemmo mai più Azair.

Mer, ignorato finora da tutti, racconta la propria versione della storia. Dram e Azair, insultandolo, danno la loro versione, e fortuitamente accennano alla liberazione del diavolo. Mer conferma che è tutto vero. Non facciamo un'impressione molto positiva, pare. «Perché piange, signor Sciacqualani?».

Girrestian è preoccupato e decide di ripartire per consultarsi con i suoi capi. «Manderò qualcuno di più adatto per curare il drago», dice, e chiede a Mer di portare la propria testimonianza ai suoi superiori, che insieme alle parole di «questi coraggiosi avventurieri» (giuro! Ha detto così! Ma per chi ci avrà scambiati?) dovrebbe far sì che la minaccia rappresentata dai TTT venga presa sul serio. Rimane un po' perplesso per la storia del diavolo, ma il tempo stringe...


............

Ipse Dixit:

  • Dram: "l'ho solo barrato e scritto da rivedere..." (Dram, dacci i dettagli della citazione, sennò non fa ridere...)
  • DM (rivolto a Barin, per sottolineare la mancanza di logica del gruppo): "Tu lanci incantesimi, ma passiamo la mazza a E Mer"
  • 1Barin (a proposito dei coboldi imprigionati):"Mangiamoli davvero!"
  • Stedd (colpito da un improvviso attacco di Yodite): "...sempre fuori siamo!"
  • Azair: "...ho finito di fare azioni stupide..." (se ne è sicuro lui...)
  • ???: "...il corpo della mazza..." (chiederò al DM se può assegnare 1 px in premio a chi si ricorda le circostanze e l'autore di questa battuta)
  • Girrestian: «Che ciò che ti affligge sparisca!».
    Stedd: «E lui (indicando Azair) scompare!».
    Dram: «No: tutti i tuoi compagni spariscono, sostituiti da quattro candidi piatti di minestra!»

1 commento:

Tinto ha detto...

Tra il riassunto scritto come al solito con la solita maestria e capacità narrativa degne di farti pisciare nelle mutande, preciso che il master si è dimenticato di dirmi cosa aveva addosso l'ultimo mezzo-drago che abbiamo abbattuto, il consorte della chierica di Tiamat. Io avevo detto "ma cos'ha addosso il mezzo-drago??" la risposta consistette in un "dopo" pronunciato con sufficienza (la prossima volta ti mando a lezioni di dizione....) io sto ancora aspettando di sapere cosa avesse addosso il mezzo-drago :-D
Cmq se il drago che abbiamo liberato è un drago d'argento qualunque è una sòla di avventura eh... però dovrebbe essere proprio Myth Barak, che noi correttamente abbiamo intuito fosse un drago d'argento, perchè il loco in cui era tenuto prigioniero è il loco indicatoci dalla guida-drago uscita dall'uovo fatto a occhio di bue... speriamo bene!!! tutti salvi e noi ricchi sfondati :-D