2006-12-15

Cateto's eleven

come da riassunto via mail di MdMuffa/Stedd del 2006-12-15:

Entriamo subito in medias res:

Il sopralluogo così efficacemente portato a termine dalla druida si dimostra dopotutto utile: sappiamo così che alla Corte delle Rose ci sono i mostri, e naturalmente una pianta di rose. E i mostri sparano frecce di legno. Cosa vuoi di più dalla vita?

Forti quindi delle informazioni raccolte, chiediamo conferma al vecchio Tahir (?) il quale dice che sì, ci sono due golem e sì, lanciano frecce. Magnifico, semplicemente magnifico.

Approfittando di una notte di luna (ché se non c'era la luna col cavolo che si accedeva al nascondiglio), inizia l'operazione. "Entriamo e usciamo in dieci secondi. Rapidi, silenziosi, precisi". "Prendiamo anche il tesoro, già che siamo lì?".*bastonate*

Nella pausa tra una pattuglia e l'altra delle guardie cittadine ci raduniamo dunque vicino al muro posteriore della Corte delle Rose e iniziamo a lanciare gli incantesimi utili per l'impresa. Cateto e l'MMD, ad esempio, si lanciano "movimenti del ragno"; Ullallà si gufa (e già qui avremmo dovuto intuire qualcosa); io e DRAM usiamo invece delle graziose pampogne rosa col fiocco.
Per evitare che i cigolii di un'armatura metallica a caso ci facciano scoprire prima di quando inevitabilmente ciò dovrà accadere, DRAM estrae la pergamena di silenzio che aveva comprato, pronto a lanciarmi l'incantesimo. Incantesimo che, sfortunatamente, è di un livello superiore al suo, ma la cosa non ci spaventa: l'abbiamo già visto fare cose che nessuno avrebbe creduto possibili, tipo unirsi al nostro gruppo.

DRAM pronuncia alcune parole divine (non perché particolarmente belle, ma per via della magia stessa) e poi silenzio. Ottimo, non faccio rumore! Uhm, anche DRAM non fa rumore! D'oh! L'area di silenzio è centrata su di lui ed ha un raggio di circa 6 metri, dentro il quale ci si trasforma in tanti piccoli (specie io e l'elfo) Buster Keaton.

Vabbé, finché gli sto vicino non faccio rumore comunque, né lui potrà lanciare incantesimi, né il mago che ci è appresso, né... mapporc. Saliamo sul tetto. Piano sagace! Chi mai se l'aspetterebbe? Fiduciosi nelle nostre capacità, attraversiamo il tetto dirigendoci verso il cortile interno nel quale si trova il roseto, e qui ancora una volta ci stupiamo di quanto sia utile fare un sopralluogo: il tetto prosegue un tre metri oltre i muri perimetrali della villa, formando una graziosa tettoietta sul cortile e assumendo un aspetto men che sicuro. Come si scende? Ci pensa Cateto, è ovvio!

Piano A: la discesa.
Con piglio deciso si dirige verso il bordo del tetto, uscendo quindi dalla parte sotto la quale si trova l'edificio... l'ho già detto che la zona sporgente del tetto sembra fragilina? CRASH! Coppi, travi e robaccia varia piovono nel cortile sottostante. Rapidi, silenziosi, precisi. Cateto, sfortunat... grazie agli dei, fa un salto indietro e evita di sfracellarsi più sotto, ma abbiamo il sospetto che il buco nel tetto (c'è un buco nel tetto, Arturo, Arturo...) ci creerà problemi, soprattutto perché il master, con un sorrisetto, dice "mi conti i round, per piacere?".

Piano B, prima parte: il salto.
Ormai siamo in ballo, e possiamo ancora farcela. Cateto si lega una corda in vita, poi lega con il resto della corda tutti noi. A gesti, gli chiediamo se desideri vederci piombare tutti insieme sul roseto o che altro, e il piano cambia leggermente.

La corda se la lega solo lui (mentre io tengo in mano l'altro capo), poi decide di fare letteralmente "un salto di sotto", sfruttando "caduta morbida". Tutti gli altri - occhio che questo particolare è importante - gli sono alle spalle mentre cerca di decidere se sia meglio lanciare l'incantesimo e poi saltare o se saltare e lanciare l'incantesimo mentre sta per cadere.

La seconda possibilità pare troppo persino per lui; veniamo così privati dello spettacolo di Cateto che corre fino al limite del tetto solido, spicca un balzo, fa per recitare un incantesimo e si sfracella alcuni metri più in basso, come già avrebbe dovuto fare la prima volta, dato che la forza di gravità è più rapida della sua capacità di restare in volo il tempo necessario per il lancio di "caduta morbida". Peccato.

Resta la seconda possibilità: lanciare l'incantesimo e poi buttarsi mentre noi siamo lì alle sue spalle - occhio che questo particolare è importante - che gli diamo dei buffetti di incoraggiamento. Cateto sta per recitare la formula quando gli dei gli ispirano di voltarsi verso il master, il cui sorrisetto si sta trasformando in un ghigno. Cateto guarda il master, poi il tabellone, poi di nuovo il master, poi il tabellone, poi il master, poi il tabellone. Niente.
Inizia a lanciare l'incantesimo, quando - maledizione - il master lo interrompe con un "non senti la tua voce". Dal momento che noi eravamo alle sue spalle, sfortunatamente Cateto si trovava a sua volta nella zona di silenzio. Se l'avesse lasciato proseguire, si sarebbe lanciato sicuro della caduta morbida e... SPLAT! Vabbé. Cateto si sposta fuori pericolo, lancia questa famosa "caduta morbida" e si butta di sotto, planando leggero e flessuoso come una libellula.
Valuto per un momento la possibilità di legare la corda che ho in mano a un coppo (scherzetto), sperando che il ladro di sotto dia uno strattone, poi mi si suggerisce che sia meglio che me la leghi in vita, dato che la situazione non sembra volgere al meglio.

Mentre il nostro ladro, invisibilizzatosi, si dà da fare col roseto, la zona comincia infatti ad animarsi. Il primo ad arrivare è un grazioso golem in legno, che al posto di una mano ha un arco e pare non aver paura di usarlo. Alla vista del primo mostro l'MMD pensa bene di starsene sul colmo del tetto aspettando di vedere che succeda. Ullallà, in un impeto di coraggio, si mette nella posizione più comoda per fare da bersaglio e il mostro, che non vuole deluderla, la trafigge un paio di volte. Dopo aver scoperto che i gufi non sono invulnerabili alle frecce, Ullallà si ripara oltre il colmo del tetto, dimostrando che alle volte i maghi hanno più saggezza dei drudi.

Sparito il volatile, il golem tenta di assestare qualche pugno nella zona in cui dovrebbe esserci Cateto, il quale si sposta appena e continua indisturbato il suo lavoro, felice di avere trovato qualcuno più fesso di lui. Una testa di legno, letteralmente.

Nel frattempo io e DRAM formiamo la coppia più bella del mondo e, in assoluto silenzio per via dell'incantesimo, ci diamo da fare per colpire a distanza (perché ogni tanto uso anche l'arco che tengo altrimenti lì a fare la muffa) il golem, il quale non la prende molto bene e decide che siamo un bersaglio più interessante del gufo, anche perché il gufo è volato via. DRAM si acquatta dietro di me, io prego che la mia armatura appena riparata compia il suo dovere, e proseguiamo per un po' a scambiarci frecce.

Dopo un po', attirato dalla bella festa che sicuramente dev'esserci in corso, arriva anche l'altro golem, gemello del primo. Ci scostiamo, scambio di frecce anche con lui. Intanto il mago, riscossosi dal suo torpore, lancia una sfera scintillante, realizzando la più affascinante sequenza di 1 nella storia moderna del lancio dei dadi. Depresso, torna al suo angolino. Danni non ne ha fatti, in compenso ha aggiunto una graziosa esplosione di luce e un delicato "zot" al casotto che i coppi avevano fatto cadendo.

Il conto dei round deve star andando bene perché dopo aver ottenuto, in risposta alla domanda "a che round siamo?", un numero a lui gradito, il master, con una strana luce negli occhi e arricciando le labbra in una risata di scherno, segnala l'accendersi di luci all'interno della villa. Dopo un po', iniziano anche a suonare le campane dalla torre della villa stessa.

La druida, in una perfetta imitazione di Quasimodo (il gobbo di Notre Dame di Parigi), si trasforma in orso e grugnendo "le campane! Le campane!" inizia a picchiare contro le persiane della torre, che però pare non vogliano saperne di cedere.

In tutto questo macello, il ladro, con un tiro particolarmente fortunato, riesce ad aprire il nascondiglio ed estrarre un sacchetto, mentre intorno a lui si popola di servitori. Di lì a poco il master, con un sorriso che più nulla ha d'umano, ci informa che fanno la propria comparsa due guardie armate di bacchette: una arriva dal cancello e l'altra è sul tetto.

Piano B, seconda parte: fuga disordinata.
Ullallà viene fermata da DRAM che, vedendo i segnali fatti dall'MMD che salta, gesticola e barcolla e rotea come un derviscio ubriaco, intuisce che c'è qualcosa che non va e interrompe il silenzio. Al che la druida si gufa e si alza in volo, mentre l'MMD si invisibilizza e io e DRAM ci diamo alla fuga.

Cateto, più in basso, ha delle difficoltà vista la quantità di gente e, soprattutto, il fatto che la guardia pare vederlo. Vista la mala parata, decide di sprecare un altro paio di round a cercare un eventuale doppio fondo nel nascondiglio del roseto, poi pensa che la situazione sia finalmente sufficientemente pericolosa per darsi alla fuga. E scappa.

La parte della squadra rimasta sul tetto riesce a scendere evitando gli incantesimi scagliati dalla guardia, e corre via. Cateto è in difficoltà, ma la druida sta facendo "uh-uh" sopra di lui. Che vuoi, un gufo più d tanto non può fare, specie se deve aiutare un ladro invisibile.

Cateto fugge verso il muro di cinta, ma la cosa dev'essergli sembrata troppo facile. Dopo aver sprecato più di un quarto d'ora per decidere... no, non quale incantesimo lanciare... no, non quale arma usare per combattere... no, non quale strategia elaborare per cavarsi d'impaccio... ma per decidere quanti passi fare a round, ha un'idea brillante: lanciare "foschia occultante"! Dopo lunghe spiegazioni, capisce che è *sempre* centrata su chi la lanci quindi è vero che non verrebbe visto, ma soprattutto otterrebbe di muoversi a tentoni nella nebbia mentre tutti i servi della villa e alcune guardie di Calimport stan cercando di fermarlo...

Finalmente recupera un briciolo di lucidità e decide di puntare al muro senza ulteriori deviazioni, schivando per pura fortuna gli incantesimi che gli lanciano contro. Scala il muro, ed è fuori. Ullallà aspetta un po', lancia un ultimo "uh-uh" e torna alla locanda.

Intanto i tre fuggiaschi (io, l'MMD, DRAM) stanno ancora correndo. DRAM è in testa, io a qualche metro di distanza, l'MMD dovrebbe essere dietro ma, essendo invisibile, è difficile dirlo.

Poco lontano dalla villa DRAM gira un angolo, poi lo giro io e noto una guardia dall'aria interessata - chissà perché - verso un nano coperto di metallo che sbuffando si allontana alla chetichella da una zona in cui è chiaramente successo qualcosa. Ma, indossando la mia migliore faccia da tolla, rallento, fischietto e le passo accanto simulando indifferenza. Lei mi guarda, mi chiede "Devi dirmi niente?", rispondo "No... ma di là c'è macello", e - mentre l'MMD che ha girato in quel momento l'angolo mi vede parlare con una guardia e chissà che pensa - mi fa segno che è meglio andarcene di corsa. Così anche noi torniamo alla locanda.

Radunatici tutti, scopriamo di aver lì più di 50.000 mo in monete; onesti, leali e coraggiosi come al solito le consegniamo alla fanciulla che, gentile a sua volta, ci dà mille mo a testa più le spese (ci sentiamo tutti un po' Dylan Dog). Cateto piange, silenzioso, in un angolo. Riusciamo a capire solo poche parole farfugliate: "Paccottiglia... ho ucciso per della paccottiglia... e adesso tutto questo ben di Dio, lo diamo a lei e io non posso ucciderla... paccottiglia..."

Abbiamo ora un piccolo problema: a parte DRAM e Ullallà siamo stati tutti visti dalle guardie e forse è poco salutare restare a Calimport. D'altra parte dobbiamo ancora sentire il Primo Portatore e l'Altro Tizio, presso i quali potremmo mandare i due che non sono stati riconosciuti, con gioia grande dell'elfo, naturalmente. Naturalmente delle guardie potrebbero anche fare due più due, visto che abbiamo combattuto insieme nell'arena, ma al limite diamo la colpa a Cateto. Dopotutto fa il ladro di mestiere, e mal che vada possiamo anche accusarlo di omicidio. Comincio a vedere tutto in una prospettiva più rosea.

Comunque, i ricercati potrebbero rifugiarsi a Dabur in attesa della fine delle indagini e del ritrovamento di un passaggio per il sottosuolo. Ci sarebbe anche il quarto più malfamato di Calimport dove nascondersi, ma abbiamo perso tanti di quei nani, ultimamente...

2006-11-08

i nani di Calimport:

come da Mail di MdMuffa del 2006-11-10:

Allora allora allora. Ci eravamo lasciati nel momento in cui stavamo per parlare con il gruppo di nani così eroicamente salvato, e da lì riprendiamo.

Pesti, ma vivi, ci rechiamo alla cella dei nani. Dopo un breve momento di incomprensione ("Siamo qui per liberarvi." "Chi dobbiamo ringraziare?" "Noi, no?" "Ah, ottimo." *passano alcuni imbarazzanti secondi* "Volete uscire dalla cella?" "Certo." "E perché non lo fate?" "Non ce l'hai detto." "Ah.") ci addirigiamo, guidati dal prode DRAM (che si scrive sempre in maiuscolo) alla taverna in cui siamo abbiamo alloggiato fino a quel momento. "Lo scoglio spezzato", mi pare.

Mentre attraversiamo la città la gente ci riconosce e si complimenta con noi per il bel combattimento. Arrivati alla taverna, facciamo il nostro ingresso trionfale: la porta si spalanca, la padrona getta un'occhiata nella nostra direzione e si allontana borbottando improperi; ci ha riconosciuto o, meglio, ha riconosciuto Cateto che precedentemente le aveva massacrato l'anima a forza di domande idiote.

Per completare il quadretto felice arriva Stordita, la cameriera, che ci chiede che cosa vogliamo e se ne va. In un modo o nell'altro ordiniamo birra e i nani salvati innanzitutto brindano alla nostra salute, non senza un breve imbarazzo ("E brindiamo alla salute dei nostri eroi, uno per uno: a partire dal prode... ehm... ecco.... come-si-chiama... ma non si può fare un brindisi serio se non si conoscono i nomi, suvvia!"). Risolviamo l'imbarazzo presentandoci e scoprendo che il capo del drappello di nani si chiama Antar (figlio di Armadior, nipote di Cassettoner - l'unico mobile che stampa).

Chiacchierando del più e del meno veniamo a conoscenza di due cose: la faccenda coi nani non è ancora finita, e Cateto è fissato come pochi; ritiene di essere la più abile eminenza grigia della città quando è la più disgraziata marionetta, ma pazienza.

Cateto sostiene di sapere tutto sulla lettera, ed è pronto a rivelarcelo in cambio della lettera stessa. Ci dice anche che non dobbiamo consegnarla alla figlia del mercante, perché la cosa infastidirebbe il suo capo e di riflesso anche noi. Non che il suo capo ci stia minacciando di morte - ci tiene a precisare. Semplicemente, se non facciamo come dice, ci taglia la gola. Non sembriamo molto impressionati dalla minaccia ("Ma il mio capo è il più importante mercante di Calimport, e se gli date fastidio si arrabbia, gnegnegnegné, e pesta i piedi, uffa!"), specialmente DRAM, e soprassediamo per il momento.

Intanto i nani ci rivelano che con loro c'era anche una loro cugina (i nani sono tutti cugini, quando non sono fratelli), che è stata venduta separatamente da loro. Probabilmente, si ipotizza, per finire in un harem. Va' che gusti, 'sti depravati del sud! Tale cugina è importante perché con lei potrebbe essersi confidata la chierica di Berronar che guidava il gruppo di nani (alé! Le donne nane spuntano come funghi). Tale gruppo (di cui i 5 + 1 sono gli unici superstiti) stava uscendo dal proprio regno sotterraneo alla ricerca di un qualcosa o un qualcuno (solo la chierica lo sapeva), ma, fatti tre passi, zac! Gli Elfi Scuri li prendono e quelli che non fanno a polpette li rivendono come schiavi.

Un ulteriore approfondimento ci svela che il re di questi nani (la cui civiltà e antichissima, sta circa a 5 miglia sotto Calimport, è l'equivalente di Camelot per i nani e, secondo quanto si dice a Mithral Hall, avrebbe dovuto essere scomparsa da 1200 anni circa) è un gran dormiglione: per 25 anni regna sul suo popolo e per 75 anni dorme, e il bello è che nessuno si è mai chiesto a che serva un re del genere, ma pazienza. Quando dorme sembra - anzi, è - una statua di mithril, e sta appollaiato sul suo trono. Avrebbe dovuto svegliarsi cinque anni fa, ma ciò non è successo e la chierica sola sembrava avere una traccia. Ma l'han fatta fuori.

Di tutto ciò avevo avuto in parte visione mentre cadevo dal cielo, cosa che interessa i nani, ma non più di tanto. L'obiettivo è ora salvare la cugina, perché magari la chierica le ha detto qualcosa per fare qualcos'altro e trovare qualcuno che possa fare delle cose e scoprire perché il re non si sia ancora svegliato.

Tutta questa bella storia, dopo le dovute traduzioni (i nani parlano solo Nanico, o una forma di Comune che nessuno capisce), risveglia l'interesse di quel cerebroleso di Cateto che intravvede senz'ombra di dubbio possibilità di guadagno per sé (ma 'spetta, che di fronte al guadagno il mezzo drago non lo batte nessuno).

Dice una roba del tipo: "Io! Io! Io! Io vi posso dare tutte le informazioni che volete sulla nana dispersa, perché il mio capo è il più importante mercante di Calimport e sa tutto quello che c'è da sapere e fa tutto quello che c'è da fare e anche di più e se lo contrari non ti uccide però ti taglia la gola. Olé. Io vi posso dire dove è stata messa la nana. Io so cose che voi umani, nani, elfi e quant'altro non potreste neanche immaginare. Però voglio la lettera, o niente. Ah!". E, come un bambino che abbia intravisto il modo di fregare i genitori per farsi comprare l'Xbox 360, continua a ripetere la stessa cosa. Vorrei prenderlo a sberle, ma i nani vorrebbero farlo a pezzi, così mi tocca calmarli.

Esasperati, lo mandiamo a recuperare informazioni sulla nana presso il suo capo, almeno ce lo leviamo di torno per un po'. Appena se ne va, per sciogliere i nostri dubbi apriamo e leggiamo la lettera, che in soldoni dice che il mercante ha dovuto allontanarsi da Calimport per colpa di nemici ma ha nascosto un bel tesoro per permettere alla figlia di vivere in agiatezza, e dice dove. La lettere è datata 10 anni prima. A questo punto, complice l'assenza di Cateto, DRAM con Ullallà e il MMD vanno a cercare informazioni sulla "Corte delle Rose", dove dovrebbe stare Lilias, la figlia del mercante alla quale dobbiamo consegnare la lettera.

Cateto torna alla locanda, e poco dopo anche gli altri. DRAM & C scoprono che esistono più "Corti delle Rose", e che Miss Lilias è stata venduta come schiava da mo' (mi pare che stia ora in una casa di piacere). Il padre, ad ogni modo, è morto. Da mo'. La "Corte delle Rose" che serve a noi ha ormai cambiato proprietario (probabilmente perché a Miss Lilias non è arrivata la lettera che diceva dove stavano i dindini. Cateto dice: "Vi porto io dalla nana! Dammi la lettera, perché il mio capo è il più importante mercante di Calimport e sa tutto quello che c'è da sapere e fa tutto quello che c'è da fare e anche di più e se lo contrari non ti uccide però ti taglia la gola. Olé". Di utile aggiunge solo che la nana è stata comprata da un grassone e che è stata messa in una casa di piacere. Di nuovo ha aggiunto solo che il compratore è un grassone. La situazione è un po' in stallo, dal momento che non vogliamo dare la lettera a un poco di buono (Cateto, non il suo capo) ma ci servono le informazioni. I nani, resi edotti sulla faccenda, premono affinché Cateto sia fatto a pezzi. Tutti e sei, premono.

Con un colpo di genio, DRAM risolve a suo modo la situazione gettando la lettera nel fuoco. Cateto si lancia nel fuoco a propria volta, prende qualche danno ma anche la lettera, mentre tutti sono troppo stufi della situazione per fare alcunché per fermarlo. Con la lettera bruciacchiata al sicuro in una delle sue tasche si dirige a razzo dal suo capo. Ora immaginate la scena: "Capo, ce l'ho fatta: ho preso la lettera a quei mammalucchi!" "Ottimo, da' qua." "Eccol... no, aspe', era nell'altra tasc... nemmeno, forse nel taschi... no. Eppure mi pareva di averla messa lì... Ah, ecco: nel calzino sinistr... ehm...". Cateto abbassa lo sguardo. "Allora?". "Come dire... sono un ladro, no? E ce ne sono altri come me, no? Allora non è colpa mia, no? Insomma: me l'hanno rubata". "Rubata?! Ma io non ti uccido: ti taglio la gola!" "Aspetta, capo: me l'hanno rubata, sì, ma prima l'avevo letta e la so tutta a memoria". "Mpf! Almeno! Allora dove sta 'sto tesoro?". "Boh, era nella parte bruciata..." *Cateto torna veloce alla locanda*

Nuovo vantaggiosissimo (si fa per dire) contratto: Cateto ci dirà dove si trova la nana se diciamo a lui dove si trova il tesoro, dal momento che noi abbiamo letto la lettera *prima* che finisse nel fuoco. Forse si può fare. Cateto organizza un incontro per il giorno successivo con la segretaria (si fa per dire) del capo, direttamente con la quale tratteremo.

Il giorno dopo, guidati dal prode ladro e seguiti da cinque riluttanti nani ci rechiamo al luogo dell'appuntamento: un bordello gestito dall'assistente o segretaria o quel che è di cui sopra. Piccola discussione: per entrare lì dentro dobbiamo lasciar fuori le armi. Borbottando ottemperiamo e veniamo introdotti alla presenza dell'assistente in una stanza che non ha esattamente l'aspetto di una sala riunioni. Più che altro è una "sala unioni", ma al momento altri problemi ci pressano.

La tizia ci chiede dove sta il tesoro e che cosa vogliamo in cambio. Noi diciamo che in cambio vogliamo Kiira, la nana scomparsa: il nostro Cateto, le diciamo, ci aveva assicurato che lei avrebbe potuto consegnarcela in cambio dell'informazione (piccola bugia, ma tanto lei non può saperlo). Lei prima incenerisce (metaforicamente, purtroppo) il ladro con uno sguardo, poi cerca di convincerci ad accettare qualcos'altro come ricompensa, perché la nana è fuori della sua portata. In buona sostanza, ci par di capire, potrebbe anche dirci quello che sa sulla nana, ma così facendo firmerebbe la propria condanna a morte e non sembra incline a farlo.

Allora uno strano borbottio alla mia destra si fa sempre più forte: "Ma ci pensate? Potremmo chiedere quello che vogliamo... 10.000 monete d'oro, 50.000 monete d'oro, 100.000 monete d'oro! Oggetti magici a non finire, una vita nella ricchezza e nell'agiatezza! Ma al diavolo la nana, spifferiamo tutto e facciamoci pagare!". Improvvisamente, al posto del nostro buon compagno, il Mezzo Drago d'Argento, c'è un avido Drago Rosso. Inesplicabile.

Per fortune le trattative sono condotte da DRAM, che non vuole ricompense, vuole la nana. Ci accordiamo perché, in cambio dell'informazione e di un lavoretto (non da fare a lei, per quelli ha altri che pagano) lei ci fornisca informazioni utili su dove si trova Kiira e - si spera - su come liberarla. Non si può essere più precisi: dice solo che le informazioni che ci darà varranno il prezzo che pagheremo. Dovremo tornare l'indomani per fissare bene i dettagli dell'accordo (e per sapere in che consista il "lavoretto"), ma si può fare. Ci allontaniamo trascinando l'MMD che geme "100.000 monete d'oro... 100.000 monete d'oro... potevano essere mie, mie... 100.000 monete d'oro...".

I cinque nani non sono particolarmente felici per la piega presa dagli avvenimenti, ma non è che possano poi fare molto e abbozzano, sognando un radioso futuro in cui abbattono tutto ciò che si para loro davanti.

Ormai è tardi, e torniamo in locanda. Della locandiera, nemmeno l'ombra. Dopo cena ci mettiamo a letto (meno DRAM e Cateto che hanno i loro propri alloggi in altre zone di Calimport), ed è a quel punto che sentiamo le Parole-che-mai- vorresti-sentire-dal-tuo-Master: "Dormite tranquilli?". Facciamo subito la frittata: rispondiamo "sì", e nel bel mezzo della notte il nostro MMD, ritornato al normale color argenteo almeno in apparenza, viene svegliato dal rumore causato da una lama che scivola sulle scaglie della sua gola. Attaccato alla lama, ma dalla parte del manico, un goblin. L'MMD balza via e grida, mentre altri tre goblin si aggirano nella stanza con intenti poco pacifici.

Immediatamente (chi più, chi meno), balziamo in piedi, ma la situazione è delle meno felici. Tanto per cominciare, complice forse la mancanza di un chierico che si ricordi di curarci, siamo ancora alla metà dei nostri punti ferita massimi. Poi, i goblin sono a portata (o, meglio, noi siamo a portata loro), ma noi non abbiamo le armi. Infine, per chi ne ha bisogno, l'armatura è da tutt'altra parte. Ah, dimenticavo: solo due nani su cinque sono armati (uno con la morning star dello stregone e uno col mio arco: gliele avevo prestate quando siamo andate dall'assistente del capo di Cateto), ma hanno un ammontare di PF ridicolo: 4.

La druida si fa da parte e s'orsifica, iniziando a menare di morsi e artigli. Io tiro un paio di pugni con la mano di Rankirk, poi decido che tutto sommato potrei anche raccogliere l'ascia. Certo, scatenando qualche attacco di opportunità, ma a pugni lo tiro giù a Capodanno. Il mago fa quel che può con gli incantesimi che gli sono rimasti, ma ci ho fatto poco caso perché stavo cercando di non morire. I due nani armati provano a rendersi utili.

In breve tempo Antar (che aveva la morning star) cade, morto, e l'MMD giace al suolo in una pozza di sangue, agonizzante. Poco dopo raggiungo il buon Barin nella terra dell'agonia, mentre un altro nano mi prende l'ascia e prova a tirar giù un goblin, ottenendo solo di morire con un mormorio sulle labbra: "ma come cavolo si accende quest'asciaaaaaaa....?".

Nel frattempo Ullallà, isterica per i cavoli suoi o per la fine dei propri compagni, mena fendenti a destra e a manca, mentre il nano armato con l'arco fa quel che può per aiutarla. Può, ahimé, pochissimo, malgrado le buone intenzione, ma alla fine riescono comunque a mettere in fuga il goblin superstite. Ullallà, allora, tornata umana, si prodiga per aiutare Kilthen, salvato a due passi della morte (aka -8) e prova a curare le ferite dell'MMD appena dopo che questi ha esalato l'ultimo respiro (aka -10).

Ma con gioia e allegrezza grande, il Mezzo Drago non è morto: le ferite si rimarginano, e - dopo qualche altro colpo di bastone magico - l'MMD si riprende salvo che... Ha corna più cornose, artigli artigliosi, denti affilati e... una coda. Si mette così in un angolo e, armato di ago e filo, inizia a sistemarsi tutti i pantaloni. Ci si cura come si può (la mia scorta di pozioni è terribilmente ridotta, ormai) e ci si lamenta tutti in coro della mancanza di un vero chierico, pur essendo tutti estremamente grati alla Signora della Natura senza la quale saremmo morti.

Bilancio del combattimento: 3 goblin e 2 nani morti; di questi ultimi, uno è Antar, il capo.

Chissà che faccia faranno Cateto e DRAM quando gli spiegheremo la situazione?

Noterella conclusiva: per il combattimento, Ullallà (ehm, si intende Hulga) è stata agita da Simo, mentre Tia (curiosamente convinto che non dormire con noi fosse stata l'unica stupidata da lui fatta nel corso della serata, ma evidentemente preoccupato di non prendere PE per i goblin, e comunque le stupidate erano tutte le altre) agiva Antar e il nano con la mia ascia che ne aveva preso il posto al decesso.

2006-10-12

Esplorando i buchi nella sabbia: un buco nell'acqua

Riassunto parziale della sessione precedente di poco al 2006-10-12 così come è stata spedita per email:

Stavamo fuggendo dalla Grande Lucertola di Sabbia (TM). La fuga è stranamente andata a buon fine, con Cateto che ce l'ha fatta un pelo prima che la GLdS arrivasse a lui. Beh, a voler essere precisi ha fatto un breve spettacolino: io mi sono infilato nel buco 4 (più in basso) con la sua corda in mano; lui ha iniziato a scendere mentre lo tenevo. Ma siccome la corda era più corta della distanza che lo separava da suolo, a un certo punto abbiamo deciso che lui si sarebbe aggrappato alla roccia mentre io sarei andato verso un buco ancora più in basso (il n°1) e da lì avrei di nuovo tenuto la corda. Il tutto si basava, come la prima parte, sulla capacità di Cateto di scalare mentre si trovava più in alto di me e sulla mia forza nel tenerlo casomai fosse scivolato, nell'attesa che si riposizionasse più in basso di me. Una piccola cosa non avevamo considerato: pronti perch'io passassi al buco n°1 dal 4 dove stavo, gli dico "Aggrappati e tienti bene, ché scendo!". Lui mi fa "Sono saldissimo, vai!". Allora metto la corda tra i denti e mi accingo a pampognare verso il buco sottostante quando sento la corda che mi scivola di tra i denti. Apro la bocca per non rimetterci l'intera dentiera e il ladro - che era convinto di essersi attaccato alla parete come meglio non si poteva - si schianta 25 m più sotto. Fine del siparietto.

Arrivati rapidamente (Cateto *molto* rapidamente) al suolo, ci curiamo e tentiamo il 5° e ultimo buco. Dopo il solito corridoio, una stanza, con una particolarità: c'è una statua di un uomo, abbigliato come gli uomini del Sud (turbante, scimitarra e compagnia) che con espressione terrorizzata è nell'atto di fuggire verso l'uscita. Una statua scolpita proprio bene, tanto che ricorderebbe una persona pietrificata se esistessero cose capaci di pietrif... gasp.

La stanza ha due porte sul lato opposto al nostro e una per parete delle due laterali (mi pare). Oltre la parete di fondo e due brevi corridoi (uno per porta) c'è un'altra stanza, nella quale i due corridoi sbucano. Ah, dimenticavo: le porte ci sono, ma sono a pezzi per terra. La stanza (mi pare) ha tre porte, una per lato. O forse tutto quel che segue si svolge nella prima stanza e questa seconda che ti ho appena descritto non esiste, ma non ho qua la mappa.

Nella prima, quindi, o nella seconda stanza che sia, sentiamo uno scalpiccio di zoccoli provenire prima dal corridoio di sinistra, poi da quello(i) di fronte, poi da quello a destra. Comunque sia, prendiamo il corridoio di destra. Altre stanze, e in un angolo di una ci sono due statue rannicchiate con la solita espressione terrorizzata. Uno scalpiccio di zoccoli in lontananza non ci rassicura per nulla.

Alla prossima puntata.

2006-07-20

il medaglione entra in scena

come da riassunto via mail di MdMuffa/Stedd del 2006-06-20:

Date: Thu, 20 Jul 2006 22:20:11 +0200
il racconto di Stedd a Hulga, preciso e chiaro come e più del solito.
Ci eravamo lasciati (la volta ancora precedente) più o meno al punto in cui tu, o nostra druida, tiravi capocciate da gufo alla parete della stanza circolare per cercare di uscire, insieme al mago che bersagliava la stessa parete di incantesimi e da principio mi pare anche quella testa di legno dell'elfo. Volevate fare un buco in una parete. Parete di solida roccia. 50 m sottoterra. Dettagli. Per far breve un intenso combattimento durato all'incirca uno sproposito, in un modo nell'altro i pochi sani rimasti dopo le prime scaramucce (vale a dire io e Tia, con il contributo di Ruben che cercava di infilarmi le tozze ditone all'interno dell'armatura con il millantato scopo di prendere l'oggetto maledetto che aveva in tasca il mago - che io stavo tenendo immobilizzato) pongono fine ai dibattimenti dei pazzi sciammannati con teneri colpi tutti non letali (beh, quasi tutti. Un po' dobbiamo divertirci anche noi). Stremati da un intenso combattimento tra noi stessi, passiamo il resto della giornata in panciolle, salvo scoprire (il mattino dopo, o la sera stessa, ma fa lo stesso) che i tre oggetti balossi se ne sono fuggiti lasciando nel sacco in cui li custodivamo tre loro copie in legno massello di noce, fine '700/primi dell''800, scontati del 35% per un totale di 7459 €, iva inclusa. Non solo ci siamo pestati a vicenda, ma siamo stati gabbati da tre oggetti. Non tre draghi. Non tre Efrit. Non tre orchi. Non tre coboldi. Tre oggetti. Inanimati, se si eccettua un bisbiglio libresco. Perbacco. Speriamo almeno che sia stato un demone a rubarli. Rinfrescati, sazi (meno Tia, che si ostina a non mangiare né bere) e riposati, torniamo verso la biblioteca vagamente mesti per la figuraccia. Probabilmente diamo un'occhiata alla stanza dove gli oggetti stavano originariamente e alle due laterali (Tia aveva già illegalmente sottratto la spada a Themis? Se non l'avesse ancora fatto, lo fa adesso). Ad ogni modo, nella biblioteca, sul lato lungo opposto a quello che dà verso il lago di lava, esattamente al centro, c'è una porta. E qui concludiamo la serata. Tempo per pop-corn, coca-cola e pipì. Occhio a non confondere coca-cola e pipì: è importante. Riprendiamo. Apriamo la porta: un breve corridoio conduce ad un'altra porta, anch'essa chiusa. Il corridoio è coperto da incisioni in una vagonata di lingue, meno il draconico del quale è usato l'alfabeto ma per scrivere una lingua sconosciuta. Ruben crepita felice perché ci sono delle scritte in Ignan. Sono Pazzi Questi Golem. Tutto il corridoio è magico, porta compresa. Apriamo la porta: dà su una stanza gemella di quella con i tre altari già vista, salvo il fatto che mancano le statue. Sull'altare più a destra c'è un medaglione; gli altri due sono vuoti. Vicino all'altare più a sinistra c'è un bambino biondo (pareva un particolare importante) dall'apparente età di 4 anni. Ignorando tutto il resto, ci avviciniamo al bambino che somiglia in modo sospetto a una delle figure affrescate (o a una delle statue, salvo che questo si muove e parla). Ci dice di chiamarsi Perceval (il che - guardacaso - corrisponde al personaggio di cui sopra) e che è lì che ci attende. Ci racconta varie cose, anche se è un po' reticente. Scopriamo che Barbagrigia (lo zio della ladra defunta) ha costruito il labirinto come "scherzo" per proteggere gli oggetti malvagi, che lui è rimasto lì dalla partenza di Barbagrigia per sua stessa volontà ad attendere chi avesse completato il labirinto, che Themis è morta e la sua tomba è sotto la sua statua (evvai! Qualcuno ha rubato una spada a un morto!) che gli altri tizi statuari erano suoi compagni/amici/conoscenti e insieme a loro - dei quali ora ha perso ogni traccia - ha recuperato i tre oggetti (e qui ci chiediamo: che ci faceva un bimbo in giro con paladini, draghi e compagnia cantante? Lui si lascia sfuggire un "io ogni tanto vedo le cose" o qualcosa del genere e capiamo - o forse no - perché se lo siano portato dietro), che quando i "mostri" son venuti a rubare gli oggetti lui s'è nascosto perché è bambino, mica scemo. Iniziamo a fargli leggere la lettera dello zio, ma il Master stesso pone presto fine all'inutile strazio. Ci dice anche che, ora, c'è un'uscita e che non sa dove siano gli oggetti ora. Stiamo così amenamente chiacchierando del più e del meno, quando il Mago Mezzo Drago (MMD) esplode. Qualcuno lo ha affettato con degli artiglioni, mandandolo diretto (scopriremo poi) a -9. Lo salviamo per un pelo e ci prepariamo a combattere contro il mostro invisibile disponendoci tutti secondo una strategia invidiabile, cercando di accerchiarlo pur non vedendolo. Tutti meno Ruben, ad essere precisi, che decide con un suo comportamento tipico di ignorare il bestio che ci ha quasi privati dell'MMD e scaglia un fascio di luce incandescente verso il bambino, che se la dà a gambe sparendo. Eliminato così l'innocente, inizia il combattimento più lungo e acido che la nostra storia ricordi. Acido perché, non vedendo il bestio, l'MMD si diverte a scagliare Soffi Acidi di Mestil a destra e a manca. Assumiamo così per tutta la durata del combattimento la formazione da battaglia nota come "a Cono di Soffio" per evitare di essere investiti dall'incantesimo. Frattanto, un Dissolvi Magie ci rivela per un round che il bestio è un enorme Gattone invisibile (tipo quello che ci ha attaccati nelle paludi, sì, dai, quand'ero morto...), ma ciò non ci aiuta a fargli più male. Non essendo ciò sufficiente, all'incirca dove poco prima si trovava il bambino appare ora un demonietto che pare sputato quello con cui aveva fatto... brr... "amicizia" Tia. E mentre il nostro prode elfo buono si lancia in avanti per abbracciarlo e baciarlo come si farebbe con una persona cara da lungo tempo lontanta, un Soffio Acido di Mestil mai più azzeccato riduce il coso schifoso in una poltiglia sfrigolante. Fermo là, non esultare: il coso schifoso ridotti in poltiglia sfrigolante è il demonietto, non Tia. Io e Tia ci mettiamo quindi a cercare di aiutare il mago dandole al Gattone, ma lo prendiamo una volta sì e 72 no; in compenso il pavimento vien rinnovato quasi tutto a colpi d'ascia; la tigre fa la sua parte snasando la presenza del mostro; anche un orso evocato cerca di fare bella figura, mentre l'unica volta che l'MMD cambia incantesimo e lancia una tempesta di nevischio quello che ne fa le spese è l'elfo; pazienza. A turno, insomma, un po' tutti si viene feriti gravemente - anzi, criticamente, o più - dal Micione, ma veniamo prontamente riportati a livelli accettabili di punti ferita dal Pronto Intervendo Divino, finché, con una mossa a sorpresa, il nostro Mazinga subisce 50 PF in un colpo e poco dopo, a seguito di un altro attacco, smette di funzionare per sempre e si accascia gemendo "soldiiiiiiii...". Con il cuore mesto per la perdita di uno scassab... ehm chierico di prima categoria abbattiamo il Gattone e recuperiamo il medaglione (ma siamo così mesti che non notiamo la rima). Codesto medaglione non è quello che è sparito dal nostro sacco qualche tempo addietro, ma uno delle stesse dimensioni che però, invece, di essere tutto nero con figure che si muovono nel nero, è pgfdnjaf ge dewiohrt fewio asdlku fewfre joihanlmnfreo gtrimwomcmw. Ci scusiamo per il disagio. Riprenderemo appena possibile. Tornando quindi alla stanza circolare dopo una breve occhiata alle altre stanze al di qua del lago di lava (trascinandosi dietro 400 Kg di morto che non ha nemmeno il buon gusto di alleggerirsi decomponendosi) notiamo che dalla stanza circolare stessa proviene un'intensa luce solare. Arrivati là, sulla parete opposta si apre una porta che dà su un'immensa distesa di sabbia. Fermando Tia che vorrebbe lanciarsi subito nel deserto, facciamo un rapido calcolo: com'è possibile che il sole di mezzogiorno (più o meno è quella l'ora) si veda attraverso una porta apparsa in una parete che continua a stare 50 m sottoterra? Ci rispondiamo: non sarà una porta, ma un portale, tantopiù che da esso non arriva alcun calore. Ce la prendiamo quindi comoda: mangiamo grazie allo zio, facciamo rifornimento e il giorno dopo, tutti pronti, varchiamo la soglia. Si compare nel deserto (ma no?), tutti meno me, che cado dal cielo poco dopo rischiando di travolgere Tia ma purtroppo evitandolo. Non posso essere chiaro su dove sono stato nel tempo in cui mi hanno separato dagli altri, per due motivi:

  • 1. non ho capito che posti fossero, anche se la situazione era chiara
  • 2. ora di settembre avrò già dimenticato tutto e dovrò rileggermi i fogli che il Master non mi ha lasciato, quindi tanto vale.

Posso solo dire: "devo andare a caccia di nani". Sempre a salvare nani! E' la nostra ragione di vita! Almeno, è la mia: nel senso che se non lo faccio un qualche dio a caso mi strafulmina. In lontananza, verso ovest (mi pare ma non sono sicuro) s'alza un filo di fumo. Ci dirigiamo colaggiù, mentre l'elfo canta gioioso trascinando il cadavere metallico, legnoso e quant'altro della nostra ex farmacia ambulante.