2012-03-21

IL RISVEGLIO


Mentre la luce tutto intorno diminuisce sempre di più, permettendo finalmente di distinguere l'ambiente circostante, una domanda pulsa al ritmo del sangue nelle orecchie, veloce, ma in calando, come quando si è smessa da poco una lunga corsa.
"Dove diavolo sono finito? Cosa ci faccio qui?"
Certo, anche il "dove è qui?" è un interrogativo interessante, ma è già capitato di essere scaraventati all'improvviso in un nuovo posto (un portale, un incantesimo, lo stomaco di un drago...), e dopo un po' un avventuriero ci fa l'abitudine.
Questa, però, è la prima volta che ad essere sconosciuta è anche la "ragione" del viaggio, per non parlare di tutto quello che è avvenuto prima di questo momento.
Non tutto, no. Ma una grossa fetta si, giorni, decadi, forse mesi: un grosso buco nella memoria, un vuoto dai contorni non definiti.
Il viso degli altri ("ma chi sono questi?") invece si va chiarendo, ora che non c'è più quella luce accecante. Non vi è molto altro, in quella grande sala, solo questi altri ("eppure non sono sconosciuti..."), e un corridoio, ancora più scuro e desolato di questo luogo.
Ma non c'è tempo per una analisi dettagliata. C'è ancora una luce, una piccola scheggia luminosa, metallica.
Un disco fluttuante, a circa un metro e mezzo dal pavimento polveroso ("tanta polvere da affondarci, addirittura, questo posto deve essere deserto da decenni..."), e manda lampi di luce bianco/azzurra mentre ruota. Il disco è diviso in quattro segmenti da profonde scanalature, e ciascun segmento , ciascuno spicchio, pare fatto di un metallo diverso.

"So che sei disorientato" Questa voce è una sorpresa: non nelle orecchie, no, li ci sono solo gli echi del battito del cuore, ora più calmo, ma direttamente nella mente.
"Ma questo è stato necessario: vi sono segreti che devono essere mantenuti, e l'unico modo per farlo è che anche chi porta con se il segreto non ne sia a conoscenza." Forse la voce che non è una voce viena dal disco, e forse no. Di certo il disco è affascinante, difficile staccarne lo sgurdo, mentre ruota, e brilla, e ruota...
"Ciò che hai scelto di dimenticare ti sarà restituito a tempo debito. Hai accettato di compiere una cerca, e quando l'obiettivo sarà trovato, allora e solo allora potrai fare ritorno, e i tuoi ricordi faranno ritorno a te." La voce, quella voce, non è sconosciuta, anzi...
"In questo luogo giacciono i resti di antichi ladri, saccheggiatori e predatori: nelle loro razzie, hanno rubato ciò che anche tu stai ora cercando. Il pericolo ti attende più avanti, molti di quei ladri non hanno lasciato del tutto questo mondo: ma essi devono essere affrontati, per recuperare le Parole dell'Oracolo. Trovale, e ritroverai te stesso. Spezza il cerchio, quando le Parole saranno state trovate." Ecco, di solito quella voce viena dalla tua bocca, ecco perchè era così difficile riconoscerla. Non è normale sentirla provenire dall'esterno...

Eppure il tono sembrava sincero, l'impressione che non si tratti di una una finzione, ma che quelle parole siano state pronunciate ("quando? dove? perchè?") proprio dalla tua bocca..
Un tintinnio metallico, il cerchio cade al suolo, e tutti, nello stesso tempo, vi chinate per raccoglierlo, d'istinto.

Ora, finalmente, potete osservarvi bene.

"Ma con chi sono capitato?"

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