2007-08-20

La lettera dello Zio

Poichè possedete il documento (anche se è infilato nel più profondo recesso di qualche oscuro zainetto della H&H), ed è stato più volte letto, e subito dimenticato ogni volta, qui lo scrivo (e non lo nego).

Mia adorata e unica nipote
Purtroppo, se stai leggendo queste poche righe, significa che non avrò più il piacere di condividere con te i nostri piccoli passatempi. I miei nemici mi hanno raggiunto, con tutta evidenza, e devono avermi definitivamente messo fuori gioco: spero sia stata una cosa rapida, ma, conoscendoli, non posso crederlo.
Lasciando da parte le cose poco piacevoli, mi compiaccio che tu abbia conservato questo innocuo passatempo: sapevo che non l’avresti gettato, nonostante non abbia potuto farti sapere quale importanza avesse.
Ora che è aperto, e confido che sia stata tu a venire a capo della semplice chiusura che ho inventato questa volta, ben conoscendo il tuo (e mio) interesse, posso però essere più sincero con te: chi mi ha raggiunto, lo ha fatto per qualcosa che ho scoperto alcuni anni fa, immediatamente prima di ritirarmi dalla mia proficua carriera di avventuriero a tempo perso, e dedicarmi solo all’ancora più proficuo commercio.
Io e i miei compagni ci siamo imbattuti, involontariamente, in un segreto di natura tale che è stato necessario nasconderlo immediatamente e nel modo più sicuro possibile, affinché il tempo passasse, e fosse possibile portare avanti ulteriori ricerche con più tranquillità. Eravamo incappati in una stranissima situazione: il Mulhorand, il più antico tra gli imperi dell’uomo in tutto il Faerun, è letteralmente invaso da antiche necropoli, città abbandonate, rovine e perduti nascondigli. Nei miei viaggi mi sono trovato a passarvi un poco di tempo, ed a soccorrere una comunità che sembrava essere stata presa di mira dal custode di una di queste antiche necropoli. Si trattava di una di quelle che il popolo chiama mummie: da molti secoli faceva la guardia alle tombe di un’antica famiglia di principi, ricevendo le offerte dei viventi e compiendo il suo dovere con l’affidabile precisione di chi ha dedicato la propria anima immortale a tale scopo. Poi, all’improvviso, sparì, e per molti lunghi mesi nulla se ne seppe. Gli abitanti della zona ebbero a scoprirlo poiché dei ladri riuscirono a penetrare nei sepolcri, e a profanarli (reato capitale, in quelle terre, fai attenzione a questo). D’improvviso, però, la “mummia” tornò, e iniziò a comportarsi in modo insolito: uscì dalla sua cripta, abbandonò l’antico tempio, e raccolse attorno a se predoni e creature non morte, evocandone alcune dai profondi abissi dell’inferno. Diventò aggressiva, e sempre più instabile, minacciando di risvegliare anche creature ben più pericolose di lei stessa, ma le chiese di Horus-Re e Osiride (le due principali religioni del luogo), erano occupate con altri e più gravi problemi.
Io e i miei compagni fummo felici di occuparcene, e scoprimmo che la causa della “follia” dell’essere non-morto era uno strano oggetto di natura diabolica. Ma ben altro ci venne rivelato, dopo ulteriori e approfondite ricerche: qui non posso scriverlo, lo verrai a sapere se acconsentirai a una mia richiesta.
Ciò che ti chiedo è di partecipare ad un ultimo gioco insieme a me: ruota per tre volte il cerchio nero e bianco della serratura tenendo il coperchio aperto e solo dopo chiudilo. Esso ti porterà, insieme a coloro che ti staranno anche solo sfiorando in quel momento, nel luogo dove abbiamo nascosto i testi contenenti il segreto (oltre a quella parte di eredità che penso tu abbia meritato nei nostri anni di continue sfide, nonostante quello che possono dire le leggi del nostro amato Padiscià, e che ormai non posso più consegnarti di mia mano), oltre all’oggetto stesso di questo mistero. L’incantesimo di teletrasporto, in cui sai sono molto esperto, non può fallire, non temere, e il luogo dove verrai trasportata non è lontano dalle terre che hai conosciuto nella tua fanciullezza.
Dato che non vi sarò io a guidarti, troverai alcune difficoltà: è di vitale importanza che tu le superi, e che porti l’oggetto e il segreto a coloro che potranno farne un buon uso. Nessuno dei miei compagni di un tempo è più in vita, raggiunti prima di me dal nostro comune nemico, e dunque ad altri dovrai rivolgerti: a chi, ti sarà chiaro a tempo debito, ma sappi che su quell’incontro brilleranno sicuramente l’arpa e la luna. Porta con te amici fidati, ti saranno preziosi per superare le piccole difficoltà del percorso.
Sarà la nostra ultima sfida: che abbia a divertirti come in passato. E che la tua strada nella vita possa ancora essere lunga, e ricca di incontri felici.

P.S. se colui che legge queste righe non è la mia adorata nipote, lancio anche a lui la sfida, e se in lui alberga anche solo un granello di coscienza, adempirà alle mie richieste, poiché le ho espresse nell’interesse di tutti coloro che vivono secondo le leggi degli esseri mortali. Altrimenti, i miei guardiani si occuperanno di lui. Non solo nel Mulhorand è pericoloso aprire cripte sepolte.

1 commento:

sigmud ha detto...

Alla locanda a Darromar, dopo l'incontro con l'arpista Leo, Hulga ha fatto notare a Dram come nella lettera gli accenni dello zio potrebbero far sottointendere che lui sapeva che era rimasto un oggetto solo quando dice:

"all’oggetto stesso di questo mistero"

"che porti l’oggetto e il segreto"

ragioniamoci! (ovviamente Dram ha commentato: "finalmente l'hai notato anche tu")