2012-01-24

Il gigante con gli Steevali

Sessione del 27 ottobre 2011

17 Eleint 1373
15 Flamerule 1373

Approfittando del momento di tranquillità (altrimenti nota come incoscienza, dato che Yeridaj potrebbe piombarci addosso e sterminarci senza darci nemmeno il tempo di maledire Mielikki) ci dedichiamo al salvataggio del tizio intrappolato nel ghiaccio e al recupero dell'equipaggiamento di Haer'dalis, seguendo però l'ovvio ordine di importanza: dopo aver messo con tutta calma al sicuro gli averi del ranger, estraiamo la montagna di muscoli alta 2 metri e 40 che s'agita sempre più debolmente e la affidiamo a Groud, affinché questi le restituisca una parvenza di vita cosciente.

Dopo aver recuperato un po' di colorito (scopriamo così che non è un "blu naturale", al contrario di Dori), il mezzogigante che ci troviamo di fronte ci spiega di chiamarsi Steeve Raam, e lascia intendere che i suoi genitori debbano aver litigato di brutto con l'ufficiale dell'anagrafe. Grazie alle cure del chierico e alle pozioni del ranger, Steeve riacquista abbastanza salute da diventare un valevole nonché unico candidato al ruolo di "prima linea" - del quale al momento siamo praticamente sprovvisti, a parte la druida che però è già impegnata a fare il cervello del gruppo - anche grazie alla cotta di maglia di luccicante cristallo e allo smisurato spadone di cristallo scuro che lo equipaggiano.

Tra una spoliazione e un salvataggio, è ormai trascorsa un'ora e mezza, tempo che abbiamo passato sostanzialmente al buio poiché, dopo la rimozione dell'Occhio, non vi sono più fonti di luce; ma dato che ce ne accorgiamo, per l'appunto, solo un'ora e mezza dopo, la cosa non ci fa né caldo né freddo. Diventa un filino più preoccupante quando, per ovviare alle difficoltà di chi non vede al buio, Nixia estrae una verga del Sole che emana una luce color rosa shocking, oggetto che evidentemente producono soltanto per lei (né si capisce chi altri potrebbe volerne).

Esauriti i convenevoli e scoperto che pure Steeve è qui per il nostro stesso motivo, ripartiamo in direzione dell'apertura nel soffitto, dalla quale proviene l'ormai familiare corrente d'aria gelida; ora però il freddo è molto più intenso, tanto che dobbiamo ricorrere alla protezione dall'energia fornitaci dalla bacchetta di cui è dotato Groud (honi soit qui mal y pense).

Le pareti oltre il buco nel soffitto formano un tunnel verticale largo 6 metri e, alla hellokittosissima luce fornita da Nixia, scintillano; l'impressione di trovarsi in un intestino luminoso si affaccia per un attimo alle nostre menti, che però sono rassegnate a questo genere di esperienze da quando ci siamo fatti digerire non una ma due volte dal Divoratore del Tempo.

Dopo un po' il tunnel, le cui pareti restano molto liscie per via degli ghiaccio uniforme che le ricopre, diventa nuovamene orizzontale e prosegue fino a un punto da cui proviene una tenue luce azzurrina.

Notando come ora non sia più necessario volare, Steeve, che fino a quel momento è stato trasportato da Groud in forma di farfalla, decide di sfoggiare un paio di stupefacenti stivali con pattini incorporati (che lui chiama affettuosamente i miei Steevali) e, planato sul ghiaccio, piroetta in avanti abbozzando aggraziati movimenti che lo classificano a metà strada tra un campione olimpico di pattinaggio artistico e una pentola da curling.

Il corridoio in cui ci troviamo ora ha una sottile ma non del tutto sgradevole differenza rispetto a quelli in cui siamo già passati: qui i morti non affiorano più dalle pareti, poiché sono tutti completamente racchiusi nel ghiaccio; meno promettente riguardo al nostro futuro è il fatto che tutti i cadaveri, tra cui vi sono pochissimi umanoidi (la maggior parte è costituita da diavoli) sono disposti in pose artistiche.

Percorriamo l'intero corridoio e ci affacciamo sulla stanza, che scopriamo essere rotonda e avere un raggio approssimativo di 15 metri; il piatto soffitto è alto 6 metri e, al centro, del pavimento, s'erge una stalagmite in cui sono prigionieri dei cadaveri; sulla cima di questa è infisso un bastone con uno strano cristallo in cima, il quale è la sorgente della luce azzurrina che vedevamo poc'anzi. Già dalla posizione in cui ci troviamo ora il gelo è palpabile.

Notiamo che nelle pareti - lucide, ma non a specchio - non vi sono aperture a parte quella da cui sbirciamo noi. Mentre ci interroghiamo sul da farsi, Nixia rompe gli indugi estraendo il dito che aveva staccato da una delle erinni intrappolate nel ghiaccio e lo lancia nella stanza; questo scivola lungo il pavimento, ma null'altro succede. Allora la pixie vi scaglia contro un dardo incantato, ma nemmeno a quel punto si palesa un qualche effetto.

Piuttosto delusa, la fatina lancia una individuazione del magico sulla stanza e scopre così la presenza di un'aura di trasmutazione d'intensità schiacciante che per una quindicina di metri invade anche il corridoio in cui siamo. Una prova di sapienza magica le fa sospettare la presenza degli effetti di un incantesimo come pirotecnia, o di un effetto in grado di estinguere il fuoco. Qualche riflessione c'induce a pensare che in cima alla stalagmite si trovi una verga di estinzione delle fiamme.

Visti gli effetti non propriamente piacevoli della stanza che abbiamo lasciato da poco (e in cui abbiamo lasciato Haer'dalis), la prudenza - sorella di latte della codardia - prende rapidamente il sopravvento. Persino Nixia si dimostra stranamente accorta ed evoca un Bralani con l'intento di inviarlo a recuperare la verga che, se è quello che sembra, ci potrebbe mettere in difficoltà qualora dovessimo affrontare per davvero Yeridaj.

Un nobile Bralani, rappresentante di tutto ciò che è buono, appare nel corridoio; si volta verso colei che l'ha chiamato, rappresentante di tutto ciò che è gratuitamente malvagio, e assume un cipiglio che farebbe paura a Furcas. «Ah, hai ragione, ma è perché siamo usciti da un culo!» cerca di spiegarsi la pixie, giustificando l'aura malvagia che l'avvolge con la doppia avventura nelle interiora del Divoratore.

Non è chiaro se la creatura le abbia creduto o sia restia ad attaccare chi con tanta chiarezza ha appena declinato le proprie scatologiche frequentazioni, ma in ogni caso il Bralani preferisce affrontare il male ignoto nella stanza piuttosto che il male noto e puzzolente nel corridoio.

Sfortunatamente, non appena raggiunta la stalagmite un enorme pezzo di ghiaccio con all'interno un cadavere si stacca dalla parete e parte all'attacco: il non-morto, incastonato in quella che pare un'enorme armatura di ghiaccio, avanza veloce verso il Bralani e rapidamente se ne sbarazza, svanendo poi nel pavimento.

La fine della povera creatura evocata ci ha ringalluzziti: è vero, nella stanza c'è un mostro spaventoso, ma almeno non si viene istantaneamente teletrasportati nelle fauci di un drago; sembra dunque qualcosa che possiamo trattare.

Il primo a entrare, protetto da un incantesimo d'invisibilità e sempre pattinando, è Steeve cui, per corporatura e per la tradizione che spinge in prima linea i nuovi arrivati con la patetica scusa che non abbiamo ancora fatto in tempo ad affezionarci, spetta il compito di aprire le danze; egli arriva a un passo dalla stalagmite e viene come da copione attaccato da due enormi mani di ghiaccio spuntate dal pavimento e dentro alle quali vi sono due mani più piccole, di carne, morte, ma non per questo meno letali.

Groud e Haris seguono il mezzogigante a una prudente altezza di 4,5 metri dal suolo, mentre Nixia pensa bene di sbarrare ogni via di fuga evocando nel corridoio un muro prismatico, rinchiudendoci così il più vicino possibile ai mostri. Maja, camminando nell'aria, raggiunge i due compagni volanti e il poverino, a terra, che ormai è impegnato in un combattimento con il non-morto cui presto si aggiunge un ulteriore diversamente vivo egualmente incastonato nel ghiaccio.

La druida, mossa a pietà, manda uno xorn in aiuto di Steeve mentre le forze riunite di Groud, Haris e Nixia non riescono a smuovere la verga di un millimetro nonostante i ripetuti tentativi. Poco prima che Groud dia voce ai propri pensieri («E se invece spingeste nella stessa direzione IN CUI STO SPINGENDO IO ANZICHÉ IN QUELLA OPPOSTA, SÌ?») Nixia decide che il proprio contributo non è fondamentale, e con la massima naturalezza fa fuggire uno dei due non-morti con un incantesimo di charme, dimostrando che appena i cadaveri possono essere affascinati da una pixie. Viene sostituita da Maja che, in forma d'orso, afferra con i denti la verga, la quale cede arrendevole.

Non appena la verga è estratta dal basamento, il freddo cala leggermente. Lo xorn, intanto, è riuscito a ridurre alla ragione il non-morto rimasto. Nella recuperata tranquillità della stanza, mentre ognuno si riprendoe dalle proprie fatiche, s'alza la voce di Maja: «E allora?! Io sto qui con una verga in bocca...».

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Ipse dixit

  • Nixia, fraintendendo la descrizione di Steeve (mezzogigante in armatura di cristallo): «È l'anima di un orco dentro il corpo di un robot!». DM: «Un orcobot!». Tia: «O un borco...».
  • Groud ha appena realizzato che ci sono due non-morti a guardia della stanza e sussurra, in tono godurioso: «Non morti! Posso controllarli, distruggerli e tutto quanto! Oh, sì!». Il nostro chierico ha appena avuto un evilgasm.
  • Il Bralani fissa malissimo Nixia, che ha un'aura malvagia (cioè, più malvagia del solito). Questa cerca di giustificarsi: «Ah, hai ragione, ma è perché siamo usciti da un culo...».
  • Maja ha divelto la verga dalla stalagmite ed è impaziente di continuare la missione: «E allora?! Io sto qui con una verga in bocca...».

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