2008-11-20

Addio, legume bello, addio!

Sottotitolo: Prima il Fungo, poi i fagioli. Le ossessioni del chierico sono di contorno.


(sessione del 2008-11-03)

Mese di Nightal, giorno 18, primo pomeriggio

Stiamo precipitando, piedi in avanti, come su di uno scivolo invisibile mentre la nebbia intorno a noi acquista consistenza. All'improvviso ci ritroviamo a muoverci controcorrente; poi siamo fermi e tutto intorno a noi si muove. E non si vede un accidente.

Le nuvole turbinano intorno a noi e sembrano superarci, quand'ecco che in lontananza vediamo un puntino nero che si avvicina. È un paesaggio, come ritagliato. Lo superiamo rapidamente (oppure lui va rapidamente nella direzione opposta, non sapremmo dire) e abbiamo il tempo di cogliere solo alcune immagini. Ci sembra di vedere una distesa d'erba bordata da una foresta e invasa da piccole figure scure dietro le quali si apre una scia di fuoco. Poi vediamo delle torri di fuoco e altre figure. Intuiamo che cosa possano essere: demoni che dilagano nelle Pianure Scintillanti. In tutto ciò una figura luminosa si erge ma non riusciamo a distinguerla.

Un'altra scena ci viene incontro e intanto davanti a noi sentiamo una presenza che non ci è chiara. Nella scena vediamo la cima di una montagna e due figure nell'aria: una luminosa e una oscura. La seconda a un certo punto si chiarisce: è umana, porta un pizzetto e in mano tiene quello che sembra un certificato di proprietà, del quale riusciamo a leggere soltanto frammentarie parole «Anima» «Azair« «ceduta in possesso perpet...« e poc'altro. La figura chiara fa tremare le montagne; allo squillo di una tromba, la montagna crolla.

Ora le scene accelerano e diventano meno chiare.

È una mappa con dei punti luminosi; uno è Calimport. Ci stiamo avvicinando. Ecco il quartiere dell'Harem, poi il Petalo Blu. Siamo nelle cantine e poi ancora più sotto, in una camera oscura (ma non vediamo foto) dove c'è un simbolo, che non ci risulta nuovo. E notiamo che i puntini sulla mappa formano una versione enorme del simbolo che abbiamo visto là sotto. Ora nella camera c'è una presenza femminile, e un uomo. Che porta il pizzetto. Riusciamo a captare alcune frasi «ci penserà l'idiota», «non sospetterà nulla», «che problemi vuoi che ti dia».

Passiamo oltre. C'è qualcosa davanti a noi che pare nuotare. Sembra un serpentone con scaglie color smeraldo. Hulga ha un mancamento, temendo la vendetta del proprio ex compagno animale. Un'altra scena: il cielo è nero e una valle profonda è coperta di simboli luminosi che pulsano con la lava che la percorre. Al centro c'è un piedistallo sormontato da una sfera dorata che pulsa. Nel cielo appare una macchia di fuoco. Accanto alla sfera, l'uomo col pizzetto.

Sentiamo una voce. Questo trip migliora ogni secondo che passa. «Io sono la vostra guida. State vedendo gli avvenimenti che vi riguardano. Ora però ci allontaniamo. Tenete i gomiti stretti e la bocca chiusa: queste acque non fanno bene». Subito la corrente si fa turbolenta e finiamo per avere accanto a noi soltanto una scia indistinta.


Qualcosa ci scaraventa sul duro terreno sassoso. «Pilotare sì, atterrare no» dice la voce-guida, prima di svanire. È giorno e fa freddo: il suolo è gelato. Ci siamo tutti, anche se a una certa distanza gli uni dagli altri. Mentre ci risolleviamo, notiamo che qua e là ci sono alcune macchi di alberi. La più vicina inizia a parlare e ci spaventiamo molto. Poi ci accorgiamo dalle bestemmie che si tratta di Dram, il quale si è appena reso conto di una cosa molto importante e potenzialmente letale.

Nessuno degli incantatori ha più incantesimi e anche tutti gli oggetti magici sono spariti, tranne le pergamente. Ma ciò che è più grave è che sono spariti anche i fagioli magici. Mentre Hulga improvvisa una danza di gioia, Stedd supera il momento di smarrimento quando si accorge che finalmente ha uno scopo nella vita: sopravvivere a quest'anno nel passato per ritrovare i suoi legumi. E dare un'occhiata al Fungo, naturalmente. In più lo consola il fatto che il Maglio non è sparito insieme al resto della roba, altrimenti i buoni propositi sarebbero svaniti prima ancora di iniziare.

Dram ha concluso la litania di ringraziamento a Mielikki e si guarda attorno. Siamo sicuramente in qualche posto a nord; le piante sembrano un po' strane, ma niente di che. L'aria è umida, non tersa: sembra di stare nella nebbia e pertanto non si riesce a vedere lontano.

Stedd si offre di salire un po' per dare un'occhiata al panorama e Hulga va con lui. Salendo di una cinquantina di metri la nebbia si dirada e giunti a 80 il cielo è terso. In lontananza, verso Est-Nord-Est, ci sono delle montagne. Più vicino c'è dell'acqua, forse un lago, distante probabilmente alcune decine di miglia. La vegetazione in quella direzione sembra farsi più densa, ma la nebbia è molto estesa e non permette di scorgere i dettagli. Notevole come il Master sia diventato scaltro e ora usi la fog of war per nascondere gli spostamenti improvvisi delle montagne. A Sud-Est si intravvedono delle vaghissime montagne. Salendo ancora il paesaggio non cambia molto: c'è solo una vasta pianura. La distesa d'acqua comunque si rivela davvero un lago, che potremmo raggiungere andando in direzione Nord-Est.

Decidiamo di accamparci per la notte; domattina andremo verso il lago, dove sarà più facile trovare una città o almeno una comunità. Per ora raccogliamo un po' di legna (umida) e grazie alla Tempestosa Hulga riusciamo ad accendere il fuoco. Dopo aver soppesato attentamente le nostre vite e quelle degli animaletti della zona, la druida decide magnanimamente di rimediarci anche la cena.

Di notte abbiamo la possibilità di vedere le stelle, che appaiono leggermente spostate rispetto alle posizione che conosciamo noi. Stimiamo così di trovarci di circa 1.700 anni nel passato rispetto al nostro tempo (1372). Stabiliamo dei turni di guardia e ci prepariamo per la notte.

Durante il quarto e penultimo turno, quello di Stedd, si sentono dei rumori. Qualcuno si muove tra le macchie di alberi. Stedd sveglia Klovit appena prima che alcuni troll emergano dai cespugli. All'armi!


Ipse Dixit:

  • Dram (appena rialzatosi sul gelato terreno sassoso): «Io tremo all'idea di chi ha pensato di finire in un'enorme distesa di ghiaia».
  • Stedd e Hulga sono appena tornati a terra dopo aver dato un'occhiata alla zona dall'alto. La druida si incarica di fare rapporto agli altri.
    Hulga (guardando Stedd, senza indicare): «Di là ci sono delle montagne». Stedd annuisce, cauto. Hulga (guardando Stedd, senza indicare): «Di là anche». Stedd annuisce, perplesso. Hulga (guardando Stedd, senza indicare): «Di là no».

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