2009-01-12

Stallo

Quando in una sessione non succede praticamente niente, anche scrivere un buon riassunto è difficile.

(sessione del 2008-12-29)

Giorno 3 - notte fonda + 2h

Siamo sempre lì, bloccati davanti a delle inanimate armature mentre il mondo (almeno il nostro) viaggia rapido verso il nulla. Hulga, che intravvede la possibilità di terrorizzare non più solo il Piano Elementale del Fuoco, evoca un elementale della terra (medio, chiamato sadioperché Primo Samai) per farlo bussare su un'armatura. Pare che come bussino gli elementali non bussi nessuno. L'armatura suona a vuoto e pare proprio un unico pezzo di metallo. Allora l'elementale, non soddisfatto, bussa anche alla similporta. Che sembra proprio una similporta. Così, finalmente, l'elementale viene usato per qualcosa che sa fare e non per andare a bussare a tutto ciò che gli capita a tiro. Finalmente un'idea intelligente, subito rovinata da un comando che definire contorto è essere gentili.

Hulga gli chiede di attraversare la porta e di vedere che cosa ci sia al di là, ma non proprio con queste esatte parole. «Vai di là e dimmi che cosa *non* trovi». L'elementale va, e dopo tre round non è ancora tornato. Ci preoccupiamo un po', ma dopo altri due round eccolo che torna. E riferisce che non c'è una stanza e non c'è un corridoio. Quindi Hulga, soddisfatta, lo congeda, senza sapere che cosa effettivamente *ci sia*.

Keldorn, stupito dal fatto che qualcuno possa essere più strano di lui (e rassicurato dal fatto che l'elementale non è morto tra atroci sofferenze), si avvicina alle armature a bordo di Alpegaso, smonta e bussa. E ottiene lo stesso risultato del suo fangoso predecessore. Così risale su Alpegaso e torna a riferire al gruppo, rimasto prudentemente a distanza. Poi riparte, sempre a cavallo, e torna in fondo al corridoio. Rismonta. Spinge e paciuga un po' sia le due armature che la similporta. Niente. Resta un po' deluso dal fatto che, mentre l'elementale è entrato nella porta chiusa con facilità, lui becca solo delle grandi craniate. Risale su Alpegaso e torna a riferire.

Allora gli viene in mente di possedere alcune abilità, tra cui "Cercare". Riprende Alpegaso, torna alla similporta, scende, si mette lì, comodo e concentrato (prende 20), ma non trova nulla. Risale e torna a riferire. Dram, un po' stufo (ma mai quanto Alpegaso), si mette a cercare a propria volta, ma comunque non ottiene niente.

Hulga guarda le rune. Niente. Dram scopre che la roccia è dello stesso tipo su tutta la parete, ma dato che non ci sono geologi la cosa non interessa a nessuno. Hulga, dopo lunghi studi, decide che le rune sono messe a caso, proprio come aveva detto Dram la scorsa sessione. Dram lancia un'individuazione del magico, i cui risultati devono essere così sconvolgenti che non ne parla, nell'indifferenza generale.

Un po' delusi andiamo all'altra estremità del corridoio, dove persiste una tenue aura magica. Per raggiungere il fondo dobbiamo passare davanti alla scalinata che ci ha portati fin quaggiù e passare altre tre o quattro costolature dopo le quali troviamo una scena praticamente identica a quella che abbiamo visto dall'altro lato.

L'unica differenza è che non c'è pietra all'interno del portale strombato, ma una cancellata che pare d'oro. Il corridoio prosegue più oltre.

Come dall'altra parte, Kel e Alpegaso avanzano. Come avrebbe dovuto succedere dall'altra parte (o così qualcuno sperava) le due statue li frecciano, mentre dalle loro giunture e dalle rune che li ricoprono sgorga della luce, rossa per una statua, violetta per l'altra. Come i vecchi rubinetti per l'acqua calda e fredda, uno rosso e l'altro blu. La stessa luce appare sulle corde delle balestre e sulle punte delle frecce.

Inizia così un combattimento che, stante la nostra scarsa preparazione generale e specifica (nel senso che siamo impreparati sempre, ma stavolta non abbiamo né incantesimi né cure né oggetti magici) ci mette in seria difficoltà. Nella confusione, Dram uccide accidentalmente Alpegaso, ma lo Spaladino sembra prenderla incredibilmente bene. Saranno le botte in testa.

La lotta ha fine grazie a Hulga, che distrugge le armature grazie a un potente incantesimo druidico che mai avremmo sospettato potesse provenire da lei e che, per un pelo, non fa fuori anche Keldorn.

La strada è finalmente libera. Troppo libera. E infatti ecco apparire un muro di fuoco davanti al cancello e all'intera parete di fondo. L'unica cosa interessante accaduta oggi è che abbiamo avuto la conferma della passione di Hulga per i soprannomi delle creature che evoca, ancorché siano soprannomi incomprensibili. Se l'elementale era Primo Samai, ha annunciato al mondo che prima o poi evocherà Sciabalòj il Djinni.

Ipse Dixit:

  • Hulga (a Dram, che ha appena lanciato Individuazione del magico sulle due armature): «Scoperto qualcosa?» Dram (con la massima naturalezza): «No».
  • Hulga (tutta entusiasta, una volta raggiunta l'altra estremità del corridoio: «Ora l'elementale lo evochiamo di là!»

2 commenti:

sigmud ha detto...

precisazioni:
La lotta ha fine grazie a Hulga, che distrugge le armature grazie a un potente incantesimo druidico

non è un'incantesimo, è un potere della forma "tempesta elementale"

... che, per un pelo, non fa fuori anche Keldorn.

c'è stato un calcolo preciso che sanciva l'incolumità di Keldorn... mica un lancio di fagioli a muzzo! ;-P
bye,
sigmud

Unknown ha detto...

non è un'incantesimo, è un potere della forma "tempesta elementale"

Ottimo, ottimo: ciò chiarisce il dubbio espresso nella frase successiva: "mai avremmo sospettato potesse provenire da lei".

Infatti non è un incantesimo e dunque è tutto regolare.