2008-04-13

Il carteggio di Rath

Ecco il testo del carteggio/diario che è rimasto nella biblioteca di Candlekeep: ogni altro testo riguardante questi argomenti, o anche soltanto Rath, è stato distrutto nell'incidente con il giovano dell'Amn. Di Rath, arcimago tra i minori dell'impero Netherese, esperto nel viaggio tra i mondi e le realtà, solo questo rimane. Nota: il vecchio Barbagrigia (o meglio Mael Brakiri), non ha mai letto questo carteggio, durante le sue ricerche.

Ora capisco perchè pare così sconvolto: le sue ricerche hanno dato frutti ben oltre ciò che ci si attendeva, ed egli teme di fare una fine non dissimile da quella di coloro che hanno perso la vita e la ragione dopo la fuga da quello che hanno chiamato “semipiano dell'imprigionamento”.  Non fa altro che tormentarsi, ogni suo altro progetto abbandonato, ogni suo interesse accantonato, in favore di questo. A stento ha ricevuto la mia visita, anche se...

La possibilità di quel luogo ha assunto forma certa per la mia scoperta, il mio intervento. Ho fermato la ruota delle possibilità infinite, l'ho posta su un nuovo corso, e tutto si è fermato a guardarmi.

la porta è rimasta aperta solo per un breve istante, e poi si è richiusa: ora devo sigillarla, poiché il varco non si richiuderà da solo: non credo che questo luogo sia unico nel suo genere, e non credo di aver creato un legame diretto, ineluttabile, col mio mondo. Non lo credo e nulla lo lascia intendere. Tuttavia devo chiuderlo. E so già che forma prenderanno i sigilli. Verranno posti guardiani a ciascun cancello, stò già stringendo i patti e...

ciascun elemento del mondo...

la bocca della fornace è rimasta aperta solo per un breve istante, ma ho percepito il suo scopo, e cosa ne potrebbe alimentare i fuochi. Ho aperto uno spiraglio su una fine, su uno dei modi possibili della distruzione definitiva. Totale.

Tutto ciò che quaggiù è ideale, pare avere una corrispondenza metafisica. Io stesso ho visto ed esplorato il regno della morte, e quello dell'energia vitale. I luoghi dove bene e male, caos e legge si incarnano e dove gli esseri che hanno raggiunto l'immortalità hanno la propria sede. Ho visto i troni di coloro che si proclamano dei, e le città di coloro che si dicono signori dell'inferno.

ritengo che ciò che ho scoperto sia un semipiano, anche se non ho percepito alcun legame con il piano etereo o con quello astrale.

ritengo di aver bucato la struttura stessa di ciò che è reale, e possibile, su ogni piano di esistenza o livello di possibilità. Quel luogo non incarna una spinta morale, etica, non racchiude un elemento o una energia. Non è un'idea, ne materia. Quel luogo era una possibilità in attesa di certezza, uno scopo in attesa di una forma. Fine in attesa di un inizio. Ed ora quella particolare fine ha avuto inizio.

forse i fuochi cosmici che ardono in quella fornace esistevano già prima, o forse sono una delle possibili manifestazioni di ciò che esiste in ogni cultura, come io credo, religione o filosofia. Ci è voluta ogni mia conoscenza per trovare questo varco, o meglio, per crearne uno che io e i miei simili potessimo varcare: ma ora ciò che è stato scoperto deve essere di nuovo coperto. Ciò che è stato aperto, di nuovo chiuso.

i 4 cancelli e i 4 guardiani...

non posso distruggere il portale, ma solo nasconderlo ad ogni sguardo. Temo la mia incapacità di struggere il portale che conduce ai cancelli che difendono la fornace, temo che ciò significhi che un qualche tipo di legame esiste, o esisterà. La fine è sempre ineluttabile, e forse QUESTA fine è divenuta ineluttabile.
Ma non ora, non qui, e non fino a che i miei guardiani resisteranno. Ed essi sono immortali, e i cancelli da me innalzati insuperabili. Devo solo nascondere il portale, e nemmeno a te rivelerò dove esso si trova, e dove mai nessuno sarà in grado di raggiungerlo

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