2008-07-01

"Mi piace che i miei nemici siano confusi" "Qui siamo tutti confusi, K"

Sottotitolo: Animale messaggero: tutto intorno a te (ma anche sopra)


(sessione del 2008-06-12)

Al risveglio tutti sono di nuovo nei luoghi in cui si trovavano prima di addormentarsi: Dram, Hulga e Leonard nella stanza ricavata dalle stalle del castello. Stedd e Zeltaeryn nell'accampamento.

Al castello la sveglia passa poco prima dell'alba. Dram parla ai due compagni dell'incontro avuto con il vecchio misterioso che si fa passare per il maestro di Cormack (ma questo sarà svelato solo in futuro) e dice che hanno un appuntamento, più avanti nella mattinata, nei pressi della torre - o così pare dagli appunti di Sigmud. Pare anche che il discorso del primo incontro vertesse sulla "curiosità che porta con sé una certa dose di incoscienza".

Chiedendo ai servitori qualche informazione su questo stramaledetto vecchiaccio menarogna (si vedrà poi), questi reagiscono come se costui non esistesse "o meglio loro non vogliono" c'è scritto negli appunti: non saprei dire se non vogliono parlarne o se non vogliono che esista; ad ogni modo sembrano piuttosto restii come ornitorinchi e anche spaventati.

Nel frattempo, al di fuori delle mura, le indagini di Stedd e Zel (che per abilità sono paragonabili ai poliziotti di "Occhi di Gatto") scoprono un cerchio di protezione dal caos tutt'intorno al castello (fatto per tenere il caos all'interno - il cerchio, non il castello) nonché un inquietante cielo color arancione fiamma. La cosa preoccupa un po' i due giovani detective che decidono così di comunicare le loro scoperte al gruppo del di dentro, organizzando (grazie a un comodo "Inviare") un incontro presso le mura per mezzogiorno.

Il comodo "inviare", in realtà, rischia di creare non pochi problemi visto che, per effetto del caos, il messaggio ricevuto da Hulga e inviato da Stedd non sembra propriamente intellegibile. Ciò che arriva alla druida è infatti: "All'interno del castello c'è il bosco vicino alle mura del sogno. Il cerchio di protezione. Caos. Tipo. Sogno. Torre ovest a mezzo saluti e baci. Giorno". Bello. Capito niente, ma bello.

Di riffa o di raffa viene intuito che c'è qualcosa da comunicare e che l'appuntamento è per mezzogiorno vicino alle mura nella zona del boschetto interno. Proprio in zona per l'incontro col vecchio che effettivamente avviene. Il vecchio, in realtà, dice poche cose ("Lo vedete anche voi il fuoco? L'aria stessa è il fuoco") e poi se ne va, nonostante Hulga gli sbraiti dietro come e più di quando diventa orsa.

Ma ormai si è fatto mezzogiorno ed è il momento prescelto per il Grande Dialogo che avviene tramite i potenti mezzi magici dei "Cavalieri della Luna Crescente". Il primo messaggio, inviato da Stedd a Hulga, è andato perduto, ma resta la risposta della druida: "C'è un cerchio di protezione dal caos da una parte? Noi rifatto sogno. Ma ora stiamo bene. A domattina alle 7 o prima?".

A quanto parte la naturopata è già stufa della conversazione e tenta di rimandare. Il chierico, però, è di tutt'altro avviso e risponde: "Ferma lì! Cerchio intorno al castello. Detto prima. Tiene caos dentro. Miglio e mezzo di diametro. Anche noi morti in sogno, ora bene".

La druida, rassegnata, tenta di dare un contentino a Stedd per poi congedarlo nuovamente: "Primo messaggio giunto ingarbugliato. Altri accampati morti? Segni visibili? Fuoco era come colonna su castello? Verde dove? Domattina comunicazione ore 7". Dal che si deduce che nel messaggio andato perduto si accennava al cielo color fuoco e al cielo color verde del mattino. Oltre che la falsità della druida, che prima pone delle domande per pura cortesia ma poi se ne frega delle risposte, dando *di nuovo* appuntamento per l'indomani e considerando chiusa l'intera questione.

Il chierico, però, finge di non capire il velato accenno a lasciare in pace la naturalista (o più probabilmente non capisce per davvero) e rilancia con un: "Accampati respirano piano. Tiepidini. Sembrano morti. No altri segni. No colonna fuoco ma tutto cielo. Ora cielo tutto verde smeraldo. Capito! Domani sette!".

Hulga risponde per l'ultima volta, ma il messaggio ha ora il tono perentorio dell'elfo scuro intelligente (so che i lettori più attenti, ma anche quelli meno attenti, sapranno capire perfettamente a chi mi riferisco): "Cerca di rompere il cerchio. Devi interrompere le linee. In caso di emergenza ti mando animale messaggero". L'ultima frase è tuttavia di chiara provenienza druidica ed entra di diritto nella Top Ten delle "frasi-che-non-vorresti-mai-sentirti-dire-perché-preannunciano-la-tua-imminente-dipartita".

La festa nel castello prosegue: ai tre membri dei "Pezzenti Appariscenti" viene richiesto di esibirsi vicino alle mura, da dove il pubblico si affaccia. O così c'è scritto sugli appunti. Una rapida prova di abilità e subito il tentativo di esibizione passa da "intrattenere" a "far ridere": all'inizio l'accoglienza è tiepidina, come i morti apparenti là fuori, ma alla fine il pubblico ride.

L'esibizione successiva è nel parco; vi assistono gruppi di dame, donne giovani e anziane. Ogni donna è accompagnata da un apprendista (non un apprendista-donna, nel senso di uno che impara a fare la donna, praticamente un trans, ma un apprendista-mago, almeno così pare): ci sono 7 donne per 7 apprendisti (un successo al botteghino), e le 7 donne sono vestite ognuna con un diverso colore dell'arcobaleno.

Il pubblico, stavolta, ha l'aria annoiata. E in più gli apprendisti sono 7 e non 13: di questo i "Pezzenti Appariscenti" parleranno col loro agente. Ad ogni modo le donne stanno davanti e gli apprendisti, in piedi, dietro, probabilmente per rendere meno noiosa l'esibizione con le loro arti segrete. Cosa peraltro utilissima ancorché inefficace, visto che l'espressione del pubblico tutto, ora della fine, è passata da annoiata a seria.

A un certo punto della giornata, non meglio specificato, la druida si sente in emergenza e invece di prendere un Buscofen manda un animale messaggero. "Evocherò un gufo messaggero" annuncia trionfante. Effettivamente il gufo appare e, legato il messaggio alla zampa, parte in direzione Stedd.

Il chierico si trova nella tenda, intento a confabulare con Zel. Zel: "Quando voli voglio venire anch'io". Stedd: "Non si può, mi rallenteresti il decollo. E poi, è pericoloso". Zel: "A me pare più pericoloso restare a terra, specie se lanci i tuoi maledetti legumi". Stedd: "No, davvero, in cielo ci sono i temibili Flicorni Assassini Volanti, per non parlare dei temutissimi Tapironti Crepuscolari". Zel: "Mi prendi in giro?". Stedd: "No, giuro! Guarda, è scritto in questo libro". Zel, schiacciato dagli argomenti avanzati dal chierico, non può che dichiararsi d'accordo e ringraziare il buon Stedd dall'avergli risparmiato pericoli tanto letali, a lui sconosciuto per via della scarsa familiarità con carta che non sia bianca, morbida e in rotoli.

All'improvviso... tump. Tump. Tump. Tump. Sembra che qualcosa - o qualcuno - si stia avvicinando a grandi passi. Tump. Tump. Tump. TUMP. Qualcosa sta diventando decisamente troppo vicina. Stedd esce dalla tenda e resta un attimo di stucco: un elefante sta avanzando di gran carriera travolgendo tutto quello che incontra sul proprio cammino. Incluse le altre tende con gli occupanti addormentati all'interno.

Il chierico non ci pensa due volte: si alza rapido in aria mentre Zel, vista la situazione, inizia a saltare in su e in giù gridando "Pavido! Brutto! Porta via anche me!".

La faccenda è un po' imbarazzante: l'elefante si ferma a poca distanza da Stedd il quale nota un grazioso fiocchetto alla sua zampa, fiocchetto al quale è legato un foglio. "HULGA!" è il grido adirato e orripilato che si ode nella sera. "Chi altri potrebbe inviare un elefante assassino imbizzarrito per consegnare un messaggio?".

Il chierico, rassegnato, tenta di recuperare il messaggio avvicinandosi quatto quatto all'elefante ("Buono, pachiderma, buono... ma che naso grande che hai!"); purtroppo l'elefante è di tutt'altro avviso, e tenta allegramente di calpestare la farmacia ambulante, che si ritira in tutta fretta nella sicurezza dei cieli, tapironti a parte.

E Zel? Beh, Zel si sta mettendo l'armatura. Comprata all'Ikea. Con le istruzioni in svedese, ugro-finnico e serbo-bosniaco. Che comunque ha perso. E quindi ci vorrà un po'.

I due contendenti (Stedd e l'elefante) si fissano di brutto negli occhi, ma nessuno agisce. Per risolvere l'empasse, il sacerdufo borbotta tra sé baloccandosi con l'idea di lanciare un fagiolo. Zel, dall'interno della tenda, si lascia andare a una ben calibrata bestemmia non appena la parola "fagiolo" appare lieve sulle labbra del chierico dimostrando che, se gli occhi degli elfi vedono "quello che vedono i tuoi... dove l'hai sentita sta c....ta che noi elfi si vede di più, al TG4?", le orecchie funzionano invece che è una meraviglia.

Stedd non si lascia impressionare, la legge è dalla sua: "Le condizioni sono soddisfatte: Hulga è lontana e non è la più vicina". Poi però si ricorda di essere caotico e, visto che comunque tutta la pantomima ha avuto l'effetto di permettere a Zel di completare la vestizione, preferisce optare per un'evocazione.

Un Mephit del fuoco dovrebbe apparire per aiutare il testé rivestitosi drow ad abbattere l'animale dalla spessa pelle, e infatti un piccolo, ma piccolo, ma proprio cucciolo drago rosso appare e fissa il grigio bestione con gli occhioni spalancati e luccicanti e con un'espressione inequivocabile: "Perché io?".

Per quanto tascabile, un drago è sempre un drago; per quanto stordito, un guerriero è sempre un guerriero; per quanto pavido, un chierico è sempre un chierico: l'elefante viene ridotto quindi alla ragione o, per meglio dire, a un abbondante stufato. Si può così recuperare il messaggio in tutta sicurezza.

"Fatti trovare al solito posto alle 11. Se non ci puoi venire restiamo d'accordo per l'altro appuntamento già concordato". Un ululato che nulla ha d'umano s'alza all'unisono da Zel e Stedd: "Ha mandato un elefante a ucciderci per dirci di trovarci alle sette! Lo so, che ci troviamo alle sette! Lo so! Lo so! LO SO!".

Finito il momento di sclero puro, c'è tutto il tempo di andare all'appuntamento delle 11, che poi saranno le 23, visto che sarebbe strano mettersi d'accordo per le 11 e - se non si può - allora ripiegare su un incontro di quattro ore prima ("Io faccio la seconda settimana e se mi piace faccio anche la prima"). In effetti, sarebbe da Hulga. Anzi, a essere precisi si riescono anche a radunare gli ultimi 15 sopravvissuti al passaggio dell'elefante (quando passa un elefante, si sopravvive sempre a multipli di 5) in un'unica tenda.

Strada facendo verso il castello sorge un problema: il cerchio da cancellare non c'è più. Stedd: "L'hai cancellato tu mentre non guardavo?" Zel: "Che cosa?" Stedd: "Il cerchio di protezione dal caos". Zel: "Il cosa di che cosa?" Stedd: "Ah, già, i libri... Lascia perdere". Zel: "Ok, questo è facile".

C'è un'altra cosa strana: le stelle sembrano vicine. Molto vicine. Troppo vicine. Il chierico decide di far quattro passi - ché tanto c'è tempo - per andare a dare un'occhiata di persona: più si avvicina e meno sembrano stelle. Ora sono dei circoletti. Ora sono delle sferette. Ora sono delle sferette interessanti. Ora (a un 300 metri di altitudine) le sferette stanno bersagliando Stedd alla "fulmine di Pegasus" (e sono solo in 4, su 5, a prenderlo) causandogli una scofanata di punti ferita e facendogli pensare che precipitare è tutto sommato meglio che essere ridotto in polpettine. Dopo un sei secondi di caduta libera, "caduta morbida" viene riattivato e il pesto chierico si cura, per poi planare al suolo come foglia morta cade.

1 commento:

Unknown ha detto...

Il messaggio ingarbugliato, inviato da Stedd a Hulga, inzialmente non era ingarbugliato per niente. Magari si capiva niente uguale, ma non era ingarbugliato: "Intorno al castello cerchio protezione caos verso interno. Cielo arancione tipo sogno. Vai nel bosco vicino mura esterne, torre ovest, a mezzogiorno. Saluti e baci". Più bello di così!